F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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SIGNORE E SIGNORI
WEST AND SODA
FBA OPERAZIONE GATTO
I COMPLESSI
PIANO PIANO DOLCE CARLOTTA
REPULSION

CINQUE CHIAVI DEL TERRORE
GIULIETTA DEGLI SPIRITI
IO LA CONOSCEVO BENE

IL DOTTOR ZIVAGO
PER QUALCHE DOLLARO IN PIù
THUNDERBALL

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"se in un thriller la verità è intuita con ORE di anticipo sulla protagonista, qualcosa non va..."

 

 

Una donna si ferma nottempo con l'auto per soccorrere un uomo steso in mezzo alla strada. E' un tranello e la prima viene strangolata. Poco dopo, un'altra automobilista, coproprietaria con la zia di un prestigioso atelier passa di lì e raccoglie un'agendina sulla carreggiata: lì è segnato un numero di targa. E' il suo... Stesso titolo di un film targato "Hammer", questo "La Spirale del Terrore" è una pellicola proveniente dalla Svezia. Certo, il canovaccio è visto e stravisto e ampiamente approfondito già nell'anno di origine del lavoro in questione. Ulla Jacobsson rischia a più riprese di impazzire a causa della solita cospirazione alle sue spalle. Quel che non convince e quasi irrita è che lei è l'unica a non fare 1+1 e realizzare che dietro tutto ci sta [EVIDENZIA LO SPOILER] il perfido e viscido maritino. Quando in un thriller la verità è intuita con ORE di anticipo sulla protagonista della vicenda, non può scattare la fondamentale condizione per farcelo piacere: l'immedesimazione. L'unica cosa interessante è l'ozione finale che vuole "il terzo uomo" rendersi irreperibile, pronto ancora a colpire; per il resto: noia e davvero poca carne al fuoco. Codesta trovata lo rapporta in una dimensione quasi extrasensoriale, facendone un babau, un uomo nero, ed alcuni momenti del film ovvero quelli che lo vedono uscire dal buio per tormentare la protagonista, per poi sparire (quasi sempre) alla luce del sole o nell'illuminazione artificiale, avvalorano l'interpretazione. Quella faccia lì poi, la ricordavo sin dalla prima visione, quand'ero bambino. Trattandosi di un film svedese quel che si salva è il bianco e nero altresì vivido, e da ultimo si può parlare di musiche abbastanza inquietanti, non fosse che il regista ce le propina in continuazione, rendendo "l'ossessione" (l'armonica a bocca) condivisibile per lo spettatore. La bipolarità di questa pellicola, pur interessante, lascia intendere un'indecisione degli autori, indecisi sul da farsi. [FB]

 

[] DI ?, CON U. JACOBSSON, THRILLER, SVEZIA, 1965, 94', 1.85:1