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T R A I L E R

   
     

 

Una poliziotta-bambina è affetta dalla "Sindrome di Stendhal": in pratica perde i sensi ogni qualvolta si trovi dinanzi a un disegno, financo dei graffitari. Giustamente va agli Uffizi ma un maniaco masochista, già attivo in capitale, inizia a giocare con lei come il gatto col topo, riuscendo solo a farla uscire totalmente di senno. La più grande cretinata che Argento potesse fare era dare la parte dell'agente di polizia alla figlia all'epoca appena ventenne. Inutile dire che la parte le vada stretta come una cintura del dottor Gibòt, e a nulla serve il patetico tentativo del padre di affiancarle ragazzini di contorno (tant'è che l'ispettore capo deve continuamente ricordare a tutti che "lei è dei nostri!"). Esordisce capellona per optare poi per un taglio più sbarazzino, ritrovandosi infine con la parrucca bionda. Qui, bacia un pesce ben prima di baciare i cani per Abel Ferrara (provate a digitare Asia Argento in google: tra i primi suggerimenti c'è "Asia Argento-Cane") scoprendosi zozza col bamboccio suo sottoposto (sic) che liquida però a calci e male parole. Tra le trashate, immancabili negli ultimi lavori dell'un tempo genio, si segnalano: Paolo Bonacelli che, come strizzacervelli, appena udita la descrizione della patologia della giovane si ritrova d'incanto in mano l'Oscar Mondadori dedicato, una famiglia involontariamente lynchiana riunita a pranzo, Asia che boxa ferocemente col fratello. Per una volta la nostra eroina si è doppiata levandosi almeno la patata di bocca, per il resto: soliti dialoghi allucinanti (uno su tutti: la ragazza-facile rimorchiata dal maniaco parla dell'ex fidanzato: "lui non voleva mai baciarmi, io sono il contrario, io sono un tipo molto orale"!!!) fotografia sciatta (Rotunno?!) pure per i canoni televisivi e tremende animazioni digitali (clinex che capitolano nell'esofago, pallottole-3D che forano i corpi). Noioso nella prim'ora, clamorosamente brutto e irritante nella seconda. Dario Argento è impazzito. [FB]

 

di D. ARGENTO, CON ASIA A., T. KRESTSCHMANN, P. Bonacelli, THRILLER, ITA, 1996, 114', 1.85:1, VOTO: 3