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LA FINESTRA SUL CORTILE
UN AMERICANO A ROMA
LA STORIA DI GLENN MILLER
IL DELITTO PERFETTO
FRONTE DEL PORTO
IL SELVAGGIO
SENSO
LA STRADA
I SETTE SAMURAI

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COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"un Fellini ancora acerbo"

 

 

Per diecimila lire, un commediante rozzo e violento compra da una famiglia poverissima una poverina per portarla in giro su un trabiccolo e usarla nei suoi numeri. I due s'imbattono in un circo dove lavora un funambolo. Con il primo sono subito scintille, e dopo un primo distacco sarà fatale il loro ultimo incontro... Me lo vedo Federico, ancora sulle orme di Charlie Chaplin, chiedere al suo musicista di fiducia: "Ninetto, me lo fai un pezzo alla "Luci della Ribalta? Una carnevalata alla Darius Milhaud? Ecco, bravo". "La Strada", per quanto abbia lanciato nel firmamento Giulietta Masina la quale avrà però la giusta consacrazione nel capolavoro in addivenire  LE NOTTI DI CABIRIA  e abbia dato notorietà a Fellini nel Nuovo Mondo, è ancora un film piuttosto acerbo. La poetica del genio del cinema è già presente, ma complice un personaggio principale che offre davvero poche sfaccettature: troppo ingenua, troppo sciocca per far scattare qualsivoglia immedesimazione. L'attaccamento a "Zampanò", il bruto che la tratta peggio di un animale, finisce con il rendercela quasi insopportabile. Oltre a Anthony Quinn, essenziale la partecipazione di Richard Basehart che rivedremo di qui a breve in uno dei Felini meno conosciuti, e sinceramente più interessanti. Il crescendo drammatico di cui il grande cineasta riminese era praticamente inarrivabile, giunge anche qui, nel finale, però poco incisivo rispetto ad altri suoi. [EVIDENZIA LO SPOILER] Andava meglio costruita la progressione dall'uccisione del "Matto" alla perdita completa della ragione da parte della già provata "Gelsomina", poi abbandonata per strada. Prima si diceva di Nino Rota,  autore della colonna sonora e del tema della tromba che sentito una volta non si dimentica più. In un cameo, nel ruolo della suora, la mitica madre del "Vitellozzo", che preferirà sempre un Troisi ad un Benigni in quel di Frittole nel "quasi mill'e quattro"... [FB]

 

DI F. FELLINI, CON G. MASINA, A. QUENN E M. BASEHART, DRAMMATICO, ITALIA, 1954, 104', 1.33:1