F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





<        1 9 9 0        1 9 9 1        1 9 9 2        1 9 9 3        1 9 9 4      1 9 9 5        1 9 9 6        1 9 9 7        1 9 9 8        1 9 9 9        >

 

●●●●●

TOY STORY
MARS ATTACKS
LA FRECCIA AZZURRA

SOSPESI NEL TEMPO
JAMES E LA PESCA GIGANTE
FARGO

STRADE PERDUTE

CRASH
DAL TRAMONTO ALL'ALBA
L'ARCANO INCANTATORE
SHINE
SEGRETI E BUGIE
KISSED
RITRATTO DI SIGNORA

LARRY FLYNT

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"scardina un fondamento narrativo rendendo intellegibile l'identità del protagonista"

 

 

Fred, un sassofonista disturbato, sospetta che la moglie lo tradisca e permette che il buio ottenebri la sua mente, frattanto che un "ignoto ammiratore" gli fa trovare nella buca dei nastri che spiano all'interno della sua casa. Riprende il controllo della mente quando ormai la "frittata" (della moglie) è fatta ma la cella dov'è rinchiuso non riesce a contenerlo, tant'è che la mattina lo restituisce cambiato: ora è Pete, un timido meccanico che, rilasciato- viene sedotto e portato sulla cattiva strada dalla donna di un gangster, che è poi la fotocopia della donna che fu di Fred. E intanto si rifà pure vivo l'inquietante uomo delle videocassette. "Strade Perdute" sono quelle percorse in macchina dal personaggio di Fred, strade tortuose che percorrono i labirinti della mente e che hanno l'architettura e le curve aerodinamiche di un "Anello di Moebius". Questo ennesimo capolavoro di David Lynch scardina un fondamento narrativo rendendo intellegibile l'identità del protagonista che il filamento ci fa osservare nell'altra dimensione. L'elemento comune è che il Destino di entrambi i "sé stesso" è segnato dalla stessa figura femminile. Renée e Alice, mora e disponibile la prima, bionda platinata e apparentemente inaccessibile la seconda: entrambe facce della stessa moneta. Non servirà affidarsi perciò alla fortuna e la fuga riporterà al punto iniziale. "Dick Loran è morto", dice la voce al citofono: unica certezza di un paradosso che ha innescato un cortocircuito nel tempo destinato a ripetersi all'infinito. Perfetto tutto il cast (Patricia Arquette, mai più tanto carnalmente desiderabile) spassosa caratterizzazione di Robert Loggia, fotografia, inserti musicali (da Jobin a Marylin Manson). Regia magistrale che consegna immagini da vertigine e una cinepresa, sulle note di "Insensatez", si posa teneramente su di una sdraio, mentre il ragazzo cerca di ricordare una fanciullezza rimossa, recente, eppure già lontana. [FB]

 

[LOST HIGHWAY] di D. LYNCH, CON B. PULLMAN, P. ARQUETTE E B. GETTY, HORROR, USA, 1996, 134', 2.35:1