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REQUIEM |
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Le porcate che la CIA mette in pratica nel Medioriente, dove il proselitismo recluta i suoi kamikaze, mentre l'alta finanza fa affari col greggio il cui prezzo va alle stelle ogni volta che la miccia prende fuoco... Gioco di spionaggio a incastri non sempre facile da seguire ma decisamente controcorrente e coraggioso nel denunciare il malaffare di un grande paese che si dice "democratico" ma sfrutta e FAVORISCE le tensioni e le guerre nei paesi arabi per trarne profitto economico. E allora via con azioni spregiudicate, siano queste da parte di avvocati che fornendo facili capri espiatori faciliteranno fusioni tra compagnie in spregio alla libera concorrenza, vendita di armi, botte da orbi sui giovani ai quali è negato il permesso di soggiorno, omicidi politici (giovani rampolli di emiri in affari questi ultimi con gli yankee, illuminati i primi e per questo pericolosi), di schifezza in schifezza. Attori tutti in parte, con un Clooney ingrassato di dieci chili per poter indossare i panni del vero agente CIA autore del romanzo da cui è stata tratta la sceneggiatura che per la costruzione delle storie e la presentazione dei personaggi ricorda lo stile di "Crash". Qui i "crash" fanno meno rumore (su tutti: quello conclusivo) ma raggiungono ugualmente lo scopo. Agghiacciante ma non compiaciuta, la famigerata scena di tortura dove assistiamo col pelo dritto al calvario di un ex carogna. La fotografia è molto curata e così la colonna sonora, saggiamente tenuta in secondo piano. Dialoghi tra arabi rigorosamente in lingua originale ma sottotitolati. In qualche modo complementare al "Munich" di Spielberg, per comprendere perché si possa trarre vantaggio da un certo disordine in Irak, Iran, Libano. Premio Oscar ad un Clooney grasso e con barba (per vincerlo è d'obbligo imbruttirsi, ora si sa con certezza) nel ruolo di fedele agente all'inizio e cane sciolto poi che si fa chiamare "Bob". [FB] |
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[ID] di S. GAGHAN con G. CLOONEY & M. DAMON, DRAMMATICO, USA, 2006, 126', 2.35:1, VOTO: 7 |