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"Laugier spiazza chi si fosse atteso un film truce e violento"

 

 

Vedova di un medico in un posto di frontiera di estrema povertà, soprattutto culturale, finisce coinvolta nella vicenda di bimbi scomparsi che la leggenda vuole responsabilità di un non meglio identificato "uomo alto"... Pascal Laugier si dimostra con "I Bambini di Cold Rock" (in origine: "The Tall Man", "l'uomo alto"..) un regista di razza e un regista di genere con un progetto chiaro in testa: non ripetere mai lo stesso film. Dopo il clamoroso successo (underground, s'intende) di quello che verrà ricordato come l'horror manifesto del primo decennio del nuovo millennio, quel  MARTYRS  che colpiva come un maglio allo stomaco, spiazza chi si fosse atteso ancora un film truce e violento (pur se di violenza psicologica si era trattato). Ciò non vuol dire rinunciare al cosiddetto "marchio di fabbrica", che per il regista francese riconduce all'inaspettato cambio di scena, quello che nel film precedente veniva identificato allegoricamente come un camaleonte mutaforma. Qui si estrinseca nel [EVIDENZIA LO SPOILER] cambio prospettico che fa passare la protagonista da buona, a cattiva, a buona (almeno negli intenti) mantenendone intatta la credibilità. Due citazioni, rispettivamente dal più grande horror di tutti i tempi (abbiamo un bimbo predato che si infila in una dispensa) e di uno dei più grossolani (il conterraneo Aja che aveva aperto la strada alla nouvel vague horrorifica d'oltralpe) vanno nella direzione di un autore conscio dei propri mezzi. E la consapevolezza non è un male, e potrà preservarlo da facili sirene hollywoodiane. La Biel è poi qui la realizzazione biologica delle donnine di Manara: stessa innocente fanciullezza imprigionata in una barbie. E qui dimostra di saper recitare. Forse un po' didascalico il finale ultimo (avesse chiuso prima sarebbe stato perfetto) ma glielo perdoniamo, restando sintonizzati per la futura prova. Dire che gli avevano pure tentato di far perder tempo col testone appuntato di spilli... [FB]

 

[THE TALL MAN] di P. LAUGIER, con J. BIEL, HORROR, FRANCIA/CANADA, 2012, 95', 2.35:1