F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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IL BUONO BRUTTO E IL CATTIVO
L'ARMATA BRANCALEONE
FAHRENHEIT 451
UCCELLACCI E UCCELLINI
OPERAZIONE PAURA
BLOW-UP
IL SIPARIO STRAPPATO
VIAGGIO ALLUCINANTE
PERSONA
LA BATTAGLIA DI ALGERI
CUL DE SAC
LA CACCIA

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

"il famoso Grand Guignol: non tutto ciò che sembra è reale"

Al Grand Guignol riaperto a Parigi negli anni '60, si suole stupire il pubblico conquistandolo rendendolo partecipe di rappresentazioni dove il realismo è un imperativo. Ad un uomo venuto a trovare la fidanzata attrice che lì lavora, viene il sospetto, essendo lui stato medico legale nella polizia, che il direttore usi l'ipnotismo per far compiere ai plagiati omicidi su commissione: persone pugnalate alla giugulare e prosciugati del sangue. Ma ad un certo punto questo scompare, com'era accaduto in precedenza al padre... Inglese nel midollo, ma insolitamente non retaggio della casa di produzione Hammer, "Il Teatro della Morte" del titolo, altro non è che il famoso "Gran Guignol" di Parigi, al quale la voce over in apertura attribuisce "l'orrore, la tortura, la crudeltà, l'assassinio" fra le "specialità". Samuel Gallu dirige con piglio sicuro (sin dagli efficaci titoli di testa) un mostro sacro come Christopher Lee nel ruolo di "Phillipe Darvas", severissimo capocomico, nonché deus ex machina del teatro della morte. Da lui sentiamo dire che "gli attori del grand guignol" non devono simulare la paura, devono provarla sul serio!". Se poi pensiamo al responsabile degli omicidi come ad un "emotimico", qualcuno cioè che per nutrirsi abbisognerebbe di sangue umano, allora la scelta del regista (considerato il pedigree del leggendario interprete della creatura di Bram Stoker) non apparirebbe casuale [EVIDENZIA LO SPOILER] non fosse che nel grand guignol non tutto ciò che sembra è reale. Notevole la messinscena delle rappresentazioni che l'attore di cui sopra illustra al pubblico in sala, e davanti allo schermo. La violenza fisica è bandita dalla pellicola, tant'è che le aggressioni si fermano con fermi immagine che lasceranno a bocca asciutta i fan esigenti, nonostante si provi a compensare con taluni tocchi macabri (una mano mozza) e un po' di trippa (danza rituale con donnoni di colore che si dimenano). [FB]

[THEATRE OD DEATH] DI S. GALLU, CON C. LEE, L. GOLDONI, J. GLOYER, HORROR, UK, 1966, 86', 2.35:1