F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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● ½              CULT

IN NOME DEL POPOLO...
IL DITTATORE... BANANAS
E ORA QUALCOSA DI...
BELLO ONESTO EMIGRATO...
GIù LA TESTA
REAZIONE A CATENA
IL GATTO A NOVE CODE
TERRORE CIECO
DUEL

L'ABOMINEVOLE DR. PHIBES
ARANCIA MECCANICA
MORTE A VENEZIA
CANE DI PAGLIA
NOTTE BRAVA DEL SOLDATO...
E JOHNNY PRESE IL FUCILE

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"Erika Blanc è la 'succube' che prova a concupire gli ospiti del castello maledetto"

 

 

In base ad un patto demoniaco, un'antica famiglia teutonica cederebbe il primogenito al Maligno, non fosse che un altograduato nazista se ne volesse sottrare eliminando la bambina appena nata di suo pugno. Decenni più tardi, giungono al castello del barone alcuni ospiti attesi, e altri decisamente no. Moriranno... Musica a cura di Alessandro Alessondroni, il "fischio" di Morricone, che qua si rifà chiaramente a Bruno Nicolai, che tanto di chitarra distorta a fare il 'basso continuo'. Erika Blanc, italianissima, il suo nome vero è Enrica Bianchi, è la "succube" ("esseri capaci di portare gli uomini alla perdizione!") che giunge al castello vestita da "Vampirella", "La Terrificante Notte del Demonio", dopo un prologo virato in seppia ambientato sul finire della Seconda Guerra Mondiale, mette in scena il primo omicidio. Oddìo, non è che si capisca molto che cazzo succeda, dal momento che vediamo la vittima inquadrata in primissimo piano mentre urla. "Ha il volto contratto dal terrore" avrà a dire uno dei suoi soccorritori, "è morta di paura!". L'arrivo della comitiva è tutto un ridere, con il maggiordomo che disinnesca tutti le stranezze nelle quali questi incappano: si va dal volto scolpito che quasi ammazza la prima visitatrice, al piccione sulla moquette della stanza, e via discorrendo. C'è pure la stanza degli alambicchi, dove il barono opera i suoi esperimenti, con tanto di scheletro umano ritto a bella posta. Insomma: il corredo gotico è gettato in faccia allo spettatore senza alcun ritegno. Come vogliono le regole del genere non mancano le belle figliuole, qui anche espresse da una coppia lesbica, impegnata anche in un bagnetto (le docce, evidentemente non erano di corredo al castello). Orribile, invece, la scena del gatto torturato, che si spera frutto di finzione scenica. Dirige tale Jean Bresmee, chefarebbe pensare ad uno pseudonimo. La "notte" del titolo prevederà teste ghigliottinate, vergini di Norimberga. [FB]

 

di J. BRESMEE, CON E. BLACK, J. SERVAIS, J. MONSEAU, HORROR, ITALIA, 1971, 90', 1.85:1