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T R A I L E R

   
 

"si iniziano a respirare le atmosfere malsane che esploderanno a metà degli anni '70"

 

 

Un bellimbusto, attraversando il deserto californiano, incappa in una bella ragazza alla guida della sua jeep. Gli farà conoscere la sua strana famiglia: la più giovane tra le due sue sorelle è evidentemente disturbata e alleva tarantole, mentre la più grande è soggetta ad incontrollabili scatti di ira. Infine c'è la bizzarra, bonaria, madre che dice di averle allevate da sola. Scampato ad un attentato, lui realizza che qualcosa non quadra...  "Il Mistero della Bambola dalla Testa Mozzata" esordisce con l'omicidio di un uomo colpito al capo da una riproduzione della "Venere" di Milo, che rivive in un flashback mentre risuona in sottofondo una filastrocca infantile. Déjà-vu? Evidente che -almeno inizialmente- la struttura risulti molto affine al capolavoro argentiano del '75. Successivamente il gioco che coinvolge lo spettatore sarà scoprire chi delle "tre grazie" sia quella veramente fuori di testa "ammirata" all'opera nel prologo. Il fatto che l'uomo, sopravvissuto a ben due attentati, ritorni alla casa del mistero senza mettere sull'avviso la polizia la dice lunga sul non-sense che farà del maestro italiano il marchio di fabbrica. La pellicola si riconduce ad un surplus di horror vaqui (già i titoli di testa sono infarciti di teste di bambolotti appese per i capelli) e dopo la scena ambientata la notte di halloween (le tre sorelle sono vestite rispettivamente da angioletto, sposa e strega) si andrà verso un colpo di scena [EVIDENZIA LO SPOILER] avatiano. Susan Strasberg è bellissima e bene applica il "metodo" inventato dal padre (adottato anche dalle altre due figure femminili) Jack Lord un po' rigido (sarà anche per via delle botte in testa che si prende) Tisha Sterling funzionale. Per una volta, meglio il titolo italiano, per un film dove si iniziano a respirare le atmosfere morbose e malsane che esploderanno a metà degli anni '70. Il fermo immagine finale lo ricordavo ancora a distanza di eoni. Pure gli Electric Prunes in colonna sonora! [FB]

 

[THE NAME OF THE GAME IS KILL] di G. Hellstrom, con J. Lord, S. Strasberg, THRIL, USA, 1968, 76', 2.40:1