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APES REVOLUTION T R A I L E R |
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"nei film moderni russi che giungono a noi c'è sempre qualcosa di attraente e respingente" |
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In un pianeta dov'è stata destinata la gente terrestre dopo un esodo di massa forzoso, freddo e inospitale, vengono esiliati fuori le mura dell'unica città un gruppo di persone: tutti accusati di vari reati perpetrati contro il "sistema". Fra questi un criminale conosciuto come il "lupo polare", una tipetta che ha avvelenato il marito che gli era stato imposto, e un uomo con un segreto. Intorno, gigantesche creature tentacoliformi... Indubitabilmente nei film moderni fatti in Russia convive -per quanto mi riguarda- qualcosa di attraente e di respingente. "L'isola della felicità" evoca in maniera sin troppo smaccata "L'isola che non c'è" di peterpanniana memoria. "Titanium" è il nome del pianeta dove si svolge la storia. Veniamo a cosa c'è di attraente in tutto questo. Anzitutto i riferimenti al regima comunista e le sue "famigerate" usanze contro chi gli si opponeva (l'esilio forzoso, in questo caso, non in Siberia, ma siamo lì...) e un fascino vintage di effetti, anche trash se paragonati a quelli blasonati americani, ma in ogni caso... "diversi". Di respingente un tipo di regia che appare sin dalle prime inquadrature inadatto al compito: riprese mosse, troppo spesso inutilmente fluttuanti, tagli di montaggio gratuiti o peggio ancora a supplire evidenti imbarazzi nella messinscena delle sequenze più onerose in termini di CGI e cose così. La protagonista femminile ha però il giusto faccino e la fuga a due, pur contrastata dal gruppo, ricorda in positivo quel film con John Voght ("A 30 Secondi dalla Fine"). Le citazioni si sprecano, da DUNE a PITCH BLACK anche se la vicenda volge altrove, andando sul piano dell'eterna guerra (cerebrale) tra uomo e macchina. Molto fica la sequenza delle "pietre tecnologiche" che mi hanno fatto gridare allo schermo: "Aramu Muru!" (chi sa di ENIGMI ALIENI saprà a cosa alludo). Il "rifugio della carogna", la "palude dei sargassi" saranno frutto dell'adattamento italiano. Almeno lo spero. [FB] |
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[CALCULATOR] di D. GRACHEV, con A. CHIPOVSKA, E. V. MIRONOV, FANT/AZIONE, RUSSIA, 2014, 83', 2.35:1 |