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* COCENTI DELUSIONI |
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Ci sono un gruppo di drogati, uno più antipatico dell'altro, che fanno cose "da drogati". Valgano due sequenze: quella -imbarazzante- che vede un giovinastro che, dopo essere stato sorpreso da un'involontaria scarica diarroica notturna, lotta convulsamente con la madre della sua ragazza per il possesso del lenzuolo imbrattato, ottenendo al fine il riversamento del contenuto su quest'ultima (Alvaro Vitali urla vendetta) e quella passata alla memoria collettiva (sic) dove Ewan McGregor entra "letteralmente" in una cloaca per recuperare due supposte appena defecate, nuotandoci dentro?! Uno che smette di drogarsi per poi ripensarci e ributtarcisi a capofitto, uno che lega con un'improbabile zoccola travestita da studentessa modello, assiste al prematuro trapasso di un neonato (forse figlio suo, vicenda vissuta come parentesi curiosa) e rischia al fine il carcere per una serie di marachelle da teppistello (quasi a ribadire il vetusto concetto di una società che reprime "tanto per"). Dal momento che "Trainspotting" è un film fintamente anticonformista, ecco che dopo il delitto ("il drogarsi") giunge il castigo: in una ridda di allucinazioni e malesseri del malato che "vorrebbe" ma "non può", in un susseguirsi di siparietti dementi (l'amico invadente in casa, il rischiato rapporto sessuale col travestito, il grottesco funerale) che si riporta dalle parti dei fratelli Vanzina. Ovviamente, pure la colonna sonora è aderente allo spettacolino. Tutto per l'innovativa morale: "puoi riuscire a vincere la dipendenza, ma inevitabilmente ci ricadi". Avrebbe voluto raccontare i drogati dal loro punto di vista, ma "Trainspotting" è solo un film irritante perché non rappresenta nulla oltre a sé stesso. E' un esercizio sterile che riesce a comunicare il vuoto pneumatico venduto ai soliti boccaloni come innovazione; nato vecchio e probabilmente invecchiato pure peggio -vedendolo- non finisci mai di odiarlo abbastanza. [FB] |
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[ID] di D. BOYLE, con E. MCGREGOR, R. CARLYTE, E. BREMMER, GROTTESCO, UK, 1996, 115', 1.85:1, VOTO: 1 |