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THE ROAD
IL NASTRO BIANCO
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GLI ABBRACCI SPEZZATI
THE LIMITS OF CONTROL
RICKY
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COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"riporta a 'Conan' di Milius, ma è più autentico, poi annoia volendo fare Herzog"

 

 

Ai tempi delle crociate, nelle inospitali alture delle alte terre vichinghe, clan pagani rivali scommettono sui rispettivi campioni: schiavi tenuti in condizioni infami e costretti a combattimenti all'ultimo sangue, a mani nude, risolti più grazie all'ingegno che alla mera forza bruta. Un guercio è imbattuto che trova il modo per riguadagnare la libertà negata. Il ragazzino addetto al suo sostentamento, giocoforza, lo segue... Assolutamente folgorante è l'inizio, e se riporta a  CONAN IL BARBARO  di Milius, ne consegna un realismo raggelante. Il mai troppo osannato Mads Mikkelsen che recita qui con soli sguardi (sembrerebbe muto, o forse semplicemente non ha niente di interessante da dire) e con un solo occhio (l'altro dovrebbe averlo perso in combattimento) ha la fisicità di un Viggo Mortensen, consegnando ai combattimenti -in una sola parola- autenticità. I pugni, i calci e i tonfi a terra non fanno il chiasso solito, ma avverti il rumore della nuda pelle colpita, della nuda terra schiacciata. Il regista danese Nicolas Winding Refn incornicia però i suoi attori in scenari iper-contrastati, digitalizzati, estraniando il realismo di cui si è parlato per consegnarlo ad una dimensione -per così dire- "mitica". Poi succede l'irreparabile: l'autore, uno di talento e con una filmografia pingue, e che ha il merito di aver scoperto -lui- Mikkelsen, si mette in testa di essere Werner Herzog. Inanella così una serie di scene interminabili su camera fissa, dove non si succede praticamente ni-en-te. Vedasi il capitolo dell'attraversata del mare salato, dove la lentezza catartica non è giustificata dalla gravità zero, come in Kubrick, ma rappresenta una zavorra alla storia che finisce col sabbiarsi al pari dei personaggi nel mezzo di una palude. La scelta di "One Eyes" [EVIDENZIA LO SPOILER] di immolarsi per salvare il ragazzino, sarà perciò accolta come la liberazione dello spettatore dal torpore in cui è sprofondato. [FB]

 

[ID] di N. WINDING REFN, CON M. MIKKELSEN, M. STEVENSEN, G. LEWIS, DRAM, USA, 2009, 89', 2.35:1