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COSA AVETE FATTO A SOLANGE
CHI L'HA VISTA MORIRE

LA DAMA ROSSA UCCIDE...
TUTTI I COLORI DEL BUIO
SETTE ORCHIDEE MACCHIATE...

IL COLTELLO DI GHIACCIO
LA MORTE ACCAREZZA A...
SETTE SCIALLI DI SETA GIALLA
IL TUO VIZIO é UNA PORTA...
GIORNATA NERA PER L'ARIETE
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COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"una sciarada di segreti inconfessabili che parte bene ma non trova il giusto cambio di registro"

 

 

Dopo un prologo ambientato quattro anni prima dei fatti narrati nel quale assistiamo, in un bosco innevato, all'omicidio di una bimba per mano di una figura misteriosa conciata da somigliare alla tata "Mary Poppins", ci spostiamo a Venezia: un'altra piccola raggiunge il padre scultore per passare con lui un po' di tempo mentre la mamma è rimasta ad Amsterdam. La figura di nero vestita è pure qui ed è interessata pure a lei! Una delle costanti dei thriller italiani dei primi anni '70 proliferati all'ombra dei successi argentiani erano i minori, fossero questi "bambini diabolici" o vittime innocenti di violenze efferate. E quello della lentigginosa Nicoletta Elmi è un volto che deve aver colpito parecchio il regista romano per averla "consacrata" nel suo capolavoro al quale (nel '75) venne affidata la parola ultima (o quasi) sul genere da lui (se non inventato) perfezionato. Nella pellicola di Aldo Lado il carosello di sospetti coinvolge tutte le figure femminili presenti: dalla onnipresente Anita Strindberg a Dominique Boschero, ampliando poi il carnet in un ambiente -per così dire- più promiscuo allorché l'intrigo si spinge a coinvolgere altre persone in una sciarada di ricatti e segreti inconfessabili. "Chi l'ha vista morire" (titolo che si riferisce al testimone del primo omicidio) parte molto bene ma non riesce a trovare il cambio di registro necessario a coinvolgere realmente nel momento dell'indagine. Non mancano bei momenti di tensione, figure che precorrono il cinema che verrà: [EVIDENZIA LO SPOILER] il figlio che indaga per vendicare la madre anticipa il de palmiano occhialuto di "Vestito per Uccidere" al quale rimanda poi per la psicologia del folle. mosso in verità da un movente un po' banale nello stiracchiato finale. George Lazemby reduce dal flop di 007, sfoggia -forse per non farsi riconoscere- un paio di incredibili baffi. Ridondanti note del maestro Morricone con filastrocche macabre scandite da insopportabili voci bianche. [FB]

 

di A. LADO, CON G. LAZEMBY, D. BOSCHERO, A. CELI E A. HABER, THRILLER, ITA, 1972, 90', 2.35:1