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●● ½
SOLO GLI AMANTI... T R A I L E R |
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"su effetti in CGI anche naif, 'un qualcosa di diverso' che piacerebbe a Burton e Del Toro" |
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XVIII° secolo: un cartografo attraversa gli oscuri boschi del centro Europa imbattendosi in un villaggio soggetto al maleficio di una strega. Dovrà giocoforza scoprire "chi si nasconde nella pelle di montone"... All'inizio quasi ti chiedi: ma cosa sto vedendo? Gli effetti in CGI clamorosamente naif sembrano urlarti nelle orecchie che ti sei imbattuto in una cagatona con i fiocchi. E invece poi ti ricredi e l'inventiva genuina di questo fantasy russo su temi fiabeschi-orrorifici ti inizia a conquistare. Dapprima, "Viy", sottitolo a Bananas: "La Maschera del Demonio", pare quasi un omnibus, ovvero un horror a episodi uniti fra loro da un comune denominatore, e invece la storia è una e quei frammenti di storie che ti inizia sono solo un antipasto di quel che confluirà poi nella vicenda che vede protagonista il cartografo inglese in trasferata in terre sconosciute della Grande Madre Russia. La storia narra qualcosa di simile già messo egregiamente in scena da Mario Bava ne LA MASCHERA DEL DEMONIO però in una chiave grottesca non troppo lontana dal Raimi di ASH VS EVIL DEAD e si prenda su tutte l'assalto dei demonietti volanti ai commensali del protagonista , trasformati in orrende caricature demoniache con ali da pipistrello, fattezze scimmiesche e un corno centrale in mezzo alla fronte (!) o la di poco precedente scena dell'albero vivente che esce dal sarcofago della strega. E' proprio in quella imprevedibilità, poco vista nei film americani ma non estranea nelle fantasia di un Tim Burton o di un Guillermo del Toro. Peccato non vi sia dietro alla mdp uno dei due, tant'è che l'azione risulta spesso troppo concitata, ala condotta eccessivamente arziGOGOLata. Complice anche il 3D che ahinoi non possiamo certo apprezzare nella distribuzione direct-to-video. Troviamo il volto noto di Jason Flemyng, unico straniero in un cast tutto russo costituito da volti invero azzeccati. Per chi cerca "un qualcosa di diverso". [FB] |
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[ID] di O. STEPCHENKO, con A. PETRUKHIN, J. FLEMYNG, A. DITKOVSKYTE, HOR, RUSSIA, 2014, 111', 1.85:1 |