F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





<        1 9 6 0        1 9 6 1        1 9 6 2        1 9 6 3        1 9 6 4       1 9 6 5        1 9 6 6        1 9 6 7        1 9 6 8        1 9 6 9        >

 

●●● ½




IL SORPASSO
DIVORZIO ALL'ITALIANA
BOCCACCIO 70
LA VOGLIA MATTA
CHE FINE HA FATTO BABY JANE
L'ANGELO STERMINATORE
MAFIOSO
LICENZA DI UCCIDERE
LAWRENCE D'ARABIA
LOLITA
JULES E JIM
MAMMA ROMA

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"Tognazzi fa 'il satiro' e Salce gira il 'suo' Lolita"

 

 

A fine estate, ingegnere separato in viaggio da Roma verso Pisa per recuperare il figlio in collegio, incappa in una comitiva di giovinastri scavezzacollo, "teddy boys". Qui, s'invaghisce di una quindicenne, per la quale perde non solo la testa ma anche la sua dignità, diventando nulla più che un giocattolo nelle sue mani... Tratto dal romanzo "Una ragazza di nome Francesca", "La Voglia Matta" non è solo un clone spurio del celeberrimo libro di Nabokov, ma il ritratto abbastanza realista di un poco "maturo" quarantenne in quel degli anni '60 dell'Italia del boom. L'inizio del bel film di Salce è eloquente, dove due amici si confidano a conclusione di una pagliacciata in costume da antichi romani tenutasi in un teatro all'aperto: fiera delle vanità e quanto ne consegue nella gara a raccontare su chi ce l'abbia più lungo. Insabbiato (in tutti i sensi) in una situazione che non gli appartiene e che lo farà apparire sempre fuori posto, mettendo in risalto il suo patetismo, "il Berlingeri" di Tognazzi giungerà a tagliarsi i baffi per lei, che lo snobberà per tutta risposta ("stavi meglio prima, rimettiteli!"). Catherine Spaak gioca a fare la lolita, la ragazza facile, e un Tognazzi in gran forma recita nel ruolo più a lui congeniale ("il satiro") e i "figli di papà" volutamente odiosi fanno che si parteggi per "l'ingegnere Berlingeri" (subendo con lui inchiappettate sonore). Inizialmente parrebbe un film sullo scontro generazionale, poi si capirà che giovani e adulti, secondo gli autori, sono ugualmente vacui e "vuoti". Bizzarrie di complemento (sdoppiamento del protagonista, "consigliato" dal diavoletto che è in lui) in un bel bianco e nero in formato panoramico, con corollario di canzoncine dell'epoca (c'è pure Jimmy Fontana, lui proprio). Il finale nella spiaggia notturna con "Tonino" vestito da toro seduto, dopo la sua iniziazione ("ha sconfitto il capo") ha il sapore di un'epifania. Ma la mattina, i sogni (di gloria) svaniscono. [FB]

 

DI L. SALCE, CON U. TOGNAZZI, C. SPAAK, J. FONTANA, G. GARKO, COMMEDIA, ITALIA, 1962, 114', 2.35:1