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INLAND EMPIRE |
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Per una ragazzina bocciata a un'audizione, la vendetta è un piatto che va servito freddo... Il/La voltapagine, ha il ruolo essenziale di girare le pagine dello spartito posto sul leggio, durante l'esecuzione del pianista, dal momento che ha entrambe le mani occupate. La Voltapagine è fondamentalmente un "film di attori", anzi: di attrici. Ed è un film profondamente "francese" in senso positivo: rigore formale e messinscena glaciale. Azzeccatissime le due protagoniste: Catherine Frot, sorprendentemente credibile nel ruolo della pianista travolta suo malgrado da un "innamoramento senza senso" e la graziosa Déborah François, che mano a mano che il film procede, da anonima qualunque, fiorisce in una fanciulla decisamente appetibile oltre che intrigante. Giochi di sguardi e frasi lasciate a metà, per una sceneggiatura che, puntando molto sulle aspettative, lascia in sospeso parecchi spunti che invece si sarebbe immaginato all'inizio, sarebbero entrati a far parte del tessuto tramico della vicenda. Per me, questo è un bene, se prendiamo per buona l'intenzione degli sceneggiatori: suggerire piuttosto che mostrare e non scadere nel prevedibile. La regia, come accennato, è essenziale ma di gran classe e la fotografia: livida e assai curata. I punti cardine della narrazione, come l'esibizione alla radio sulle note di Schostakovich o la preparazione all'audizione, creano un climax e una tensione notevoli, alzando decisamente il livello di aspettativa che viene appena smorzato in un finale dove la spettacolarità di altri analoghi d'oltreoceano si eclissa in favore di una verosimiglianza forse meno appagante. Si tratta di vedere se il "bicchiere" in questo caso ci appaia mezzo vuoto o mezzo pieno. Ancora una volta, dopo "La Pianista" di Haneke (un altro che aveva capito tutto), i conservatori e l'ambiente concertistico annesso vengono tratteggiati come un ricettacolo di invidie e insicurezze. [FB] |
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[LA TOURNEUSE DE PAGES] di D. Dercourt, con C. Frot, Thriller, FrANCIA, 2006, 80', 1.85:1, VOTO: 7 |