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MIAMI VICE |
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La decisa Raimunda e la svampita Sole, si ritrovano sulla tomba dei genitori, periti quattro anni prima in un incendio. Il destino gioca strani scherzi e il passato ritorna, contro ogni logica apparente... Pedro Almodòvar ha inanellato negli ultimi anni una serie di opere impeccabili, giustamente premiate dal successo di pubblico e critica, dove tutto è tenuto sotto controllo con il piglio autoriale di un Fellini. Da "Tutto su mia madre", passando per il capolavoro "Parla con lei", sino al più controverso "La mala educación" la confezione è curatissima (dalla coloratissima fotografia alle musiche) e gli attori aderiscono perfettamente ai rispettivi ruoli sotto una direzione degli stessi, salda e capace. Inoltre, il regista catalano fa tesoro della grande stagione della commedia all'italiana che gli ha trasmesso la passione per il cinema alto e popolare allo stesso tempo. Questo "Volver" (in spagnolo: "Tornare") trae spunto dall'omonima canzone di Gardél ed elabora una sorta di giallo della memoria con venature surreali che ammette i debiti con il nostro cinema migliore. Le citazioni si sprecano e investono lo stesso personaggio dell'ottima Cruz, chiaro omaggio alla procacità della Loren, tributando a Visconti un sincero riconoscimento, giungendo a clonare inquadrature dai film più insospettabili (Profondo Rosso) e apparentemente distanti dallo stile dell'autore. Inquadrare "Volver" in un genere preciso è impossibile, dato che, dalla matrice "leggera" si deraglia spesso, sfiorando il thriller, l'horror, il giallo e il dramma. E lo spettacolo: turba, spiazza, appassiona e commuove. Ancora sono le donne, le protagoniste assolute della scena: fragili, combattive, impaurite e decise. A Carmen Maura, icona della prima produzione, il regista, regala una rentrée degna di questo nome. A chi rimpiange l'ormai lontana grande stagione del nostro cinema, "Volver" offre un valido palliativo. [FB] |
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[ID] di P. ALMODOVAR, con P. CRUZ E C. MAURA, COMMEDIA, SPAGNA, 2006, 115', 2.35:1, VOTO: 8 |