F A B I O B O R E L L I
H O M E
R E C E N S I O N I
C I N E M A
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MELANCHOLIA
LA PELLE CHE ABITO
TUTTI I NOSTRI DESIDERI
MIRACOLO A LE HAVRE
LA FUGA DI MARTHA
SECUESTRADOS
A DANGEROUS METHOD
THIS MUST BE THE PLACE
UNTHINKABLE
THE GREY
MIDNIGHT IN PARIS
LA CHISPA DE LA VIDA
HABEMUS PAPAM
*LE PALUDI DELLA MORTE
THE RESIDENT
T R A I L E R
"il film che non ti aspetteresti"
Un ragazzone torna dal padre dalla guerra, ex alcoolista e allenatore di uno sport a metà tra la lotta grecoromana e la boxe. In parallelo, vediamo la banca negare una proroga ad un insegnante di fisica; è in bolletta e la via di salvezza è l'alta posta offerta da "Sparta", il torneo al quale parteciperà anche il primo... Anzitutto abbiamo un grande Nick Nolte: invecchiato bene come il buon vino. Poi Tom Hardy che, abbandonate le pagliacciate in costume come MINOTAURO si è fatto il fisico per cui oggi è conosciuto e arruolato per performance per lo più "muscolari", e un Joel Edgerton come sua antitesi, speculare ma chiaramente assai affine. Se la narrazione conduce avanti parallelamente le due vite, il primo incontro giunge ad un'ora dalla fine, ed è un incontro teso [EVIDENZIA LO SPOILER] nonostante il legame di sangue che scorre tra i due. "Warrior" è però il film che non ti aspetti, tant'è che si collega assai più felicemente con il primo ROCKY (aspetto umano dei protagonisti, condotti sul ring non tanto dalla convinzione quanto dalle necessità, oltre che dal caso). La violenza che la locandina potrebbe evocare è in realtà meno accentuata di cosa ci si aspetterebbe (per inteso: ci si pesta a sangue all'interno di una sorta di gabbia!) e la storia guarda più ai rapporti umani che ai pugni o ai calci. Per l'uno, la lotta è la ricerca disperata dell'affermazione (già un tempo negata) per l'altro l'occasione per risalire la china e salvare la casa dal pignoramento. La durata è di quelle fiume, ma il film scorre via che è un piacere. Anche se la fase che mette in scena i primi combattimenti che condurranno alla finalissima (che di certo si può immaginare chi vedrà impegnti) non brilla per originalità (Avildsen e la parabola sul karateka imberbe aveva tracciato il solco). L'Inno alla Gioia di Beethoven fa da leitmotiv a questo moderno racconto "biblico", aggiornato ai nostri tempi. [FB]
[ID] di G. 'O CONNOR, con T. HARDY, J. EDGERTON, N. NOLTE, F. GRILLO, DRAM, USA, 2011, 140', 2.35:1