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IMPRINT |
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La casa delle streghe ha un nuovo affittuario... Mezzo passo falso, questo di Stuart Gordon, reduce, nello stesso anno, dal notevole "Edmond". Siamo dalle parti di Lovecraft, leitmotiv che il regista di "From Beyond" e "Re-animator" ha fatto il suo marchio di fabbrica. E in più ci sono i topi nel muro poeniani. Lo studente (della Miskatonic University, of couse!) che troviamo come protagonista, impallinato della teoria delle stringhe e dell'intersecazione delle membrane, si convince che nella mansarda in cui prende dimora, ci siano i presupposti (angoli e particolari prospettive) per l'apertura di un varco dimensionale. Il ratto-uomo (forse, omaggio alla sci-fi che ne "L'esperimento del Dottor K" vedeva nel controfinale una mosca-uomo) che gli fa visita nottetempo e lo induce -in stato di dormiveglia- a compiere azioni contro la sua volontà, è piuttosto buffonesco nel make-up e invece che incutere paura suscita un effetto involontariamente ridicolo. Un peccato, perché Gordon filma con un certo stile e il comparto tecnico è al pari dei migliori episodi dei "Masters". Cosa non funziona? Quell'essere indeciso sulla strada da prendere, tanto che quando il grandguignol esplode veramente, ci si domanda se abbia o no la sua necessità nell'economia complessiva. Vorrei considerare a parte il ruolo del "neonato". E' parer mio che la presenza di un "lattante" in un horror stoni sempre e comunque. Non è per moralismo, quanto mi riesca difficile mantenere alta la sospensione di incredulità quando in una sequenza drammatica lo sguardo vada al frugoletto -sempre e comunque- con la medesima espressione, al più "birbona". Non ci posso fare niente, ma per me è come scorgere nella penombra i cameraman o Lucio Fulci che lancia serpenti addosso a un attrice. Dario Argento ha preso paro-paro da qui, la sua "Terza Madre": popputa, desnuda e ammantata di nero. Triste. [FB] |
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[DREAMS IN THE WITCH HOUSE] di S. GORDON, CON E. GODDEN, HORROR, USA, 2005, 60', 1.85:1, VOTO: 6 |