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SI ALZA IL VENTO T R A I L E R |
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"Wolverine va in Giappone, manco fosse 007. Ma dopo un avvio trash, ingrana la marcia" |
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Agganciato dalla nipote di un uomo al quale aveva salvato la vita, il mutante Logan meglio noto come "Wolverine" si vedrà costretto a difenderla dalla yakuza, dai ninja, e da una pericolosissima "collega"... Subito un flashback ci riporta a Nagasaki, con Logan infoibato. Troviamo poi l'eroe ridotto a barbone mentre vendica un grizzly (!) Dopo questo avvio che fa sinceramente temere il peggio, il secondo spin-off su WOLVERINE che doveva dirigere Aronofsky, ingrana la marcia, spostando tutto in...Giappone! Manco fosse un film di 007. Incorniciato in tipiche cartoline nipponiche, tra giardini zen e una Time Square che pare la casa della Barbie, si finisce con il restare calamitati dalla magniloquenza di mezzi impiegati e dalle super scene d'azione (quella sul treno-razzo-missile lanciato a 300 miglia all'ora fa sembrare le analoghe "corse" di Roger Moore una passeggiata al parco). Sorvolando sulle stronzate (che vedono affiliati alla yakuza rivaleggiare ad armi pari con i mutanti) il regista di IDENTITà dimostra che è cresciuto e dosa con moderazione l'ironia (Wolvy, insaponato e "disinfettato" in vasca da bagno) e il melò (il rimorso che continua a tormentarlo per aver perso l'amata Jean Grey) convogliando tutto verso un finale dove l'eroe riacquisterà i pieni poteri -da qui, "Wolverine, L'Immortale"- e [EVIDENZIA LO SPOILER] pur perdendo gli artigli, potrà contrastare il robottone-samurai in adamantio e "la tronza mutante squilibrata". Mangold c'entra l'obbiettivo di fondere il wuxia con l'action-superoistico, anche meglio di quanto aveva tentato la Hammer ai tempi del folle LA LEGGENDA DEI 7 VAMPIRI D'ORO sul terreno dell'horror. La ghost-scene fuori titoli prepara il ritorno di Singer alla sua creatura giustificando questo come l'unico tramite possibile tra X-MEN CONFLITTO FINALE e l'imminente ritorno di Brian Singer alle amate creature alle quali aveva dato i natali al cinema. [FB] |
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[ID] di J. MANGOLD, con H. JACKMAN, ACTION, USA, 2013, 125', 2.35:1 |