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Umiliato dal suo capitano, un soldato dall'aria
perennemente disperata ha un bambino di pochi anni avuto da una servetta di
liberi costumi. Mal gliene coglierà quando l'uomo per la prima volta reagirà
ai soprusi... Werner Herzog dice la sua sull'ambiente militare
nei titoli di testa, mettendo in ridicolo l'addestramento in una
velocizzazione da comica del muto. E Kinski mette su un'espressione da cane bastonato.
Del resto, gli si
rimprovera qualunque cosa, anche il fatto di orinare per strada "come un
cane!"
"Woyzeck" è forse l'Herzog più dialogato: mette alla berlina un'umanità grottesca, meschina,
approfondendo antropologicamente l'animale-uomo.
"Non sei un uomo virtuoso! Anch'io sono fatto di carne e sangue. Tu sei un
brav'uomo, ma non sei intelligente".
"Hai sempre l'aria di una bestia braccata"...dice il
superiore al commilitone, forse ancora più stolto.
E ancora: "la Terra scotta come un inferno, eppure ci sto girando".
Ancora il medico che lo esamina quasi fosse una cavia, gli dirà: "Woyzeck!
lei ha una bellissima aberration mentalis partialis della seconda specie,
molto ben caratterizzata: lei avrà un supplemento, seconda specie,
idea fissa in stato di ragionevolezza, è un caso interessante: ha una
stupenda idea fissa, finirà presto in manicomio!". Rincarerà la
dose la "sua donna", dicendo al figlio:
"sei un povero figlio di puttana, ma alla tua madre piace il tuo faccino da
bastardo".
Il delirio del protagonista, sempre più alienato (sente "voci") sfocerà
in un atto definitivo e imprevedibile: spingendosi prima a
confrontarsi con un ufficiale (grande il doppio di lui, e che lo tratterà
alla stregua di un pupazzo) e poi con lei.
Memorabile quando alla bottega acquisterà il coltello "per due soldi" (ma
niente "topolino", per dirla con Branduardi) e gli verrà detto: "con questo
CI si può ammazzare
facilmente". L'ultima umiliazione.
Tratto da una piece teatrale già ispiratrice di Alban
Berg, resta uno dei film più disturbanti del regista tedesco.
Kinski vola altissimo. [FB] |
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[ID] di W. HERZOG, CON K. KINSKI, E. MATTES E W. REICHMANN, DRAMMA, USA,
1979, 71', 1.85:1 |