|
|
●● ½
REMEMBER T R A I L E R |
|||||||
"ennesimo Sorrentino dedito a fellinismi ma, a differenza del Maestro, è pura estetica" |
|
||||||||
Anziano direttore d'orchestra apatico ritrova in un istituto di benessere sulle Alpi svizzere un vecchio amico, regista che cura lì la stesura della sua ennesima fatica. C'è anche un attore californiano, nonché la figlia e segretaria tuttofare del primo, nonché è attesa la neo eletta "miss universo". Più di uno andrà in crisi... Anzitutto, l'ennesimo rimando ai fellinisimi d'un tempo con terme che paiono più un limbo, o meglio ancora un "purgatorio" dove i tre protagonisti paiono essere lì a espiare colpe passate, presenti e future. I tre sono Michael Caine, Harvey Keitel e Paul Dano, il quale non sfigura accanto alle due cariatidi, che qui non sono solo amici ma sono legati da rapporti di parentela dato che la figlia dell'uno, interpretata dalla vibrante Raquel Weisz, è (o meglio: era) la compagna del figlio dell'altro. Se la figura di Caine pare davvero ispirata al diretto-compositore Luciano Berio (si parla della moglie era "la sola interprete" delle "Canzoni Semplici" proprio come lo era la fu Katy Barberian) quello di Dano è chiaramente un attore simil-Johnny Deep (è amareggiato quando viene sempre e solo collegato ad un film dove interpretava un... robot!). Quanto alla figura di Keitel si potrebbe arrischiare un Brian de Palma. E c'è pure il sosia di Maradona (unica differenza: il tatuaggio di Marx al posto di quello del Leader Massimo). Sorrentino, si diceva, seguita a fare il verso a Fellini: questa volta tocca a 8 ½ ma piuttosto che Ninetto Rota ricorre sempre e ancora ai soliti incapaci e infarcisce la pellicola di canzonacce insipide (pure "Reality!") tanto che quando si affaccia un timido Stravinski (ma è esigenza di copione) ci si appassiona già un po' più. Per il resto, restano i soliti vizi endemici di costruire tutto per quadri (pure girate bene) finendo per perdere la visione dell'insieme. Il nudo integrale di Madalina Diana Ghenea noi non ce lo perdiamo. Hanno ragione: "è il desiderio che ci rende vivi"! [FB] |
|||||||||
di P. SORRENTINO, con M. CAINE, H, KEITEL, P. DANO, R. WEISZ, DRAMMATICO, ITALIA, 2015, 95', 1.85:1 |