F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





VALLE     GESSO     STURA (1)     STURA (2)     GRANA     MAIRA     VARAITA     PO     PESIO     LANGHE     VERMENAGNA     >

 

 

CICIU DEL VILLAR
SANTUARIO DI RIPOLI
SANT'ANNA DI ROCCABRUNA
CELLE MACRA
SAN MICHELE PRAZZO
CHIAPPERA

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INVERNO PRIMAVERA AUTUNNO

COLLE SAN GIOVANNI
PRATO CIORLIERO
COLLE DEL PREIT
COLLE DI ESISCHIE
ELVA
COLLE SAMPEYRE

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MAPPE NON DISPONIBILI

   
     

 

Poco distante dal comune principale della valle Maira, Dronero, transitando per località Villar San Costanzo molte indicazioni riportano la dicitura  CICIU DEL VILLAR  La via s'imbocca in prossimità della parrocchia principale e se proseguendo in direzione La Morra e, puntando verso la montagna, dopo una manciata di minuti si giunge al parco allestito per valorizzare questo curioso fenomeno della natura. Non resta che far parlare Wikipedia a tal proposito. La riserva naturale è stata istituita nel 1989 ad una quota compresa tra 650 e 950 metri e si estende su una superficie di circa 160 ettari. Le colonne di erosione prendono il nome popolare di ciciu, parola piemontese che significa pupazzo, fantoccio. Le dimensioni delle formazioni possono variare: l'altezza può oscillare dal mezzo metro delle più basse, fino ai 10 metri di quelle più alte; il diametro del "gambo" varia tra 1 e 7 mt, mentre quello del "cappello" può arrivare agli 8 metri. I "ciciu" si sono formati presumibilmente al termine dell'ultima era glaciale, in seguito allo scioglimento dei ghiacciai che portò il torrente Faussimagna (affluente di sinistra del fiume Maira) ad esondare, erodendo le pendici del monte San Bernardo e trasportando a valle un'enorme massa di detriti. In seguito, per effetto di frane e terremoti, rotolarono a valle diversi massi staccatisi dal monte San Bernardo: pietre di colore più scuro, che ricoprirono il terreno alluvionale. A poco a poco il Faussimagna ricoprì anche le pietre scure, fino a quando il terreno subì un improvviso innalzamento e il fiume si ritrovò a scorrere più in basso. Iniziò quindi ad erodere il terreno riportando alla luce i sassi che aveva ricoperto, arrotondandoli e levigandoli a poco a poco, fornendo una protezione alle colonne di terreno sottostanti riparandole come ombrelli. Varie leggende sull'origine di queste formazioni le riconducono alle "Masche", le streghe del folklore piemontese. [FB]

 

* DATI NON DISPONIBILI *