F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





ROYA BEVERA NERVIA1 NERVIA2 VERBONE SASSO ARMEA ARGENTINA PRINO ARROSCIA IMPERO MARO DIANESE NEVA

 

 

CAPO MORTOLA
LATTE
CALANDRE

PORTO DI VENTIMIGLIA

MARINA SAN GIUSEPPE
TRA LE DUE FOCI


*

PORTO DI BORDIGHERA
MADONNA DELLA RUOTA
OSPEDALETTI
CAPO NERO
PORTO DI SANREMO
SPIAGGIA LA VESCA

1/4    2/4    3/4    4/4

BALZI ROSSI        BAIA SPECCHI

   
 

"Balzi Rossi-Capo Mortola-Latte-Calandre-Porto di Ventimiglia-Marina San Giuseppe"

 

 

In epoca recente, a causa della toponomastica poco accurata di certi cartelli stradali, che ne abbreviavano arbitrariamente il nome in "XXmiglia", si è diffusa l'erronea credenza che il nome della città derivasse da una distanza stradale, anche perché effettivamente, per una curiosa coincidenza, l'abitato di Ventimiglia dista circa 20 miglia nautiche dalla vicina città francese di Nizza, alla cui contea Ventimiglia è stata storicamente legata. Provedendo dal Confine di Stato, superato il Capo Mortola, la zona di Latte e il porto di recente fattura, completato grazie all'ausilio dei fondi del Principato di Monaco, appena oltre la diga foranea (foto 1) sullo sfondo di Ventimiglia Alta, troviamo la  MARINA SAN GIUSEPPE  un luogo caro a chi da giovanissimo ci passava al fine di imboccare il sentiero per la spiaggia delle "Calandre". Nel suo celebre romanzo, Emilio Salgari non descrive propriamente la città, ma l'eroe eponimo, il Corsaro Nero, viene proprio da Ventimiglia. Il Cavaliere Emilio di Roccanera (o Roccabruna), signore di Ventimiglia e di Valpenta, è il protagonista dei primi due romanzi del ciclo de I corsari delle Antille, ossia Il Corsaro Nero e La regina dei Caraibi. La Marina San Giuseppe (foto 2,3 e a lato) è costituita dalle unità urbanistiche di Scoglietti e Sestiere Marina. Era questo anticamente il lido della città per eccellenza, e il primo ebbe questo nome in relazione a tre grandi scogli: la "Margunaira", ancora visibile oggi, l'imponente secondo ("a pria naviglia", poiché ricordava la prua di una nave) andato distrutto nel 1932 per una fortissima mareggiata, e l'ancora più imponente "Scoglio Alto", costituito di "pugginga", un agglomerato dell'epoca quaternaria, dall'aspetto di un gigantesco obelisco di un’altezza stimabile in circa sedici metri. Caracollò sotto la furia delle mareggiate nel 1917. Procendendo la navigazine giungiamo in breve in prossimità della foce del fiume Roya (foto 4). [FB]

 

LUNG 6,5 KM (TOT 13) - GIRO (A+R) 4H