F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





<  ROYA  BEVERA  NERVIA 1  NERVIA VERBONE  ARMEA  ARGENTINA  PRINO  ARROSCIA  IMPERO  DIANESE  LERRONE

 

 

DOLCEACQUA
ISOLABONA
ROCCHETTA NERVINA
COLLA DI CAMPOROSSO
PIGNA

APRICALE
_____________________
INVERNO
ESTATE AUTUNNO

CASTELVITTORIO
BUGGIO
GOLA DI GOUTA
BAJARDO
COLLA LANGAN
COLLE MELOSA

<    5/8    6/8    7/8    8/8

MAPPE NON DISPONIBILI

   
     

 

 <SEGUE  ...mano che ci si avvicinerà (foto 5) sembrerà ormai fatta, ma come detto ce ne vorrà ancora per guadagnare la cima, posizionata più in alto di borgo di Perinaldo verso possiamo ancora guardare (foto 5). Il borgo ha carattere tipicamente rurale, a struttura sia lineare, sia anulare, e presenta molti aspetti ambientali ed architettonici tipici dei villaggi liguri: pietra, stretti vicoli, con alte case collegate tra loro da archi di controspinta. Il centro storico esiste fin dal I millennio a.C. quando fu un'importante luogo di culto per i Druidi - sacerdoti celti - dove sono tuttora presenti alcuni obelischi di pietra. E ciò non stupisce vista la conformazione della cima, che parrebbe quasi un tumulo artificiale (foto a lato). Nel VII-VI secolo a.C. l'area era infatti popolata da Celti e Liguri, uniti in una vera e propria simbiosi economico-religiosa, a cui si aggiunsero presto Greci e Iberici che introdussero la coltivazione dell'ulivo e della vite. I Romani giunsero ad incontrare le varie popolazioni del luogo nel III secolo a.C. e pensarono anzitutto a trasformare l'originario scrigno druidico in una fortezza, tuttora parzialmente visibile. Nel 1887 il paese venne semidistrutto e gli abitanti decimati: il 27 febbraio la terra tremò ed il tetto della chiesa di San Nicolò (edificata sulle vestigia di un antico tempio pagano sacro al dio Abelio) crollò sui fedeli. A seguito del terremoto -e conseguentemente al crollo- vennero alla luce alcune colonne e reperti del tempio pagano su cui era stata eretta. Ne rimangono ad oggi soltanto alcuni ruderi tra i quali si possono scorgere le vestigia dell'antico castello medioevale, delle colonne del tempio romano e una stele celtica. Superate e risalite per mezzo di tornanti le coltivazioni (foto 6, 7) si potrà godere di una discreta vista verso il mare e l'entroterra (foto 8). Si potrà infine ripiegare su Isolabona e la valle Nervia o discendere verso San Romolo, Ceriana o Molini di Triora. [FB]

 

DIST (DA MENTON) 37 KM (TOT 74) SAL 14 KM (DA ISOLABONA) H 910 MT - PEND <12% - GIRO 3H 45' - CAT MD