F A B I O B O R E L L I
H O M E
R E C E N S I O N I
C I N E M A
T E M P O L I B E
R O
B I K E
ROYA BEVERA
NERVIA1 NERVIA2 VERBONE SASSO ARMEA ARGENTINA PRINO ARROSCIA IMPERO
MARO DIANESE
NEVA
VALLECROSIA ALTA
CAPO SANT'AMPELIO
VALLEBONA
SASSO
SEBORGA
NEGI
SENTIERO PER SASSO
PERINALDO
PASSO DELL'ANNUNCIATA
MADONNA DEL CARMINE
SANTA GIUSTA DI PERINALDO
CAPPELLA DI SAN BARTOLOMEO
COLLE TERMINI (G. BRUNEGO)
MAPPE NON DISPONIBILI
"Confine di Stato-Capo Sant'Ampelio-Bordighera Alta-Sentiero per Sasso"
Il SENTIERO PER SASSO risale in pratica il torrente omonimo. Raggiungibile anche dal sottopasso a Bordighera Alta, descritto nella scheda relativa, riporta alle spalle della collina dov'è sita la porzione collinare della città costiera, riportando ad un entroterra molto selvaggio (foto 1). Questa zona, per lo più lasciata incolta, mostra terrazzamenti un tempo volti a coltivazioni, e ora al più lasciati a sè stessi con rari giardini da semina. Di qui, si può procedere riallacciandosi alla strada secondaria per Seborga (quella definita "degli inglesi") oppure se si è a piedi, proseguire risalendo il torrente Sasso del quale troviamo sulla destra una bella cascata che scende rigogliosa in bassa stagione (foto a lato). In ogni caso, anche risalendo il rio si andrà a capitolare presso una strada (foto 2) che collega una borgata di Sasso (foto 3). Fondato, secondo alcune fonti storiche locali, dagli abitanti della vicina Taggia, il borgo è costituito principalmente da case-torri ed è racchiuso dai resti di una cinta muraria. Nel 1686 Sasso si distinse, così come altri villaggi e borghi vicini, per la ribellione contro Ventimiglia che portò alla costituzione della "Magnifica Comunità degli Otto Luoghi" (formata dai nuclei di Bordighera, Borghetto San Nicolò, Sasso, Vallebona, Camporosso, Vallecrosia, San Biagio e Soldano). Nel 1815 Sasso divenne parte del Regno di Sardegna come comune autonomo, incluso nella Contea di Nizza (poi Divisione di Nizza). Lo stesso anno durante l'inverno la zona fu infestata da lupi cervieri (identificabili come linci), che uccisero una donna, e lupi, che ne uccisero altre due il 20 gennaio. I predatori vennero debellati grazie all'intervento messo in atto nel 1816 da cacciatori locali appoggiati da alcuni valdostani inviati appositamente dal governo sabaudo. Dopo aver ripreso la strada principale (foto 4) e optare per una più veloce discesa su strada. [FB]
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